Marco van Basten - il cigno di Utrecht
Marco van Basten è stato sinonimo di gol per gran parte della sua carriera, ma è stato anche sinonimo di infortuni. È stato uno dei più grandi talenti offensivi nella storia del calcio, ma non è riuscito a raggiungere il suo pieno potenziale a causa dei continui e gravissimi infortuni che lo hanno perseguitato nella fase finale della sua carriera, portandolo a un ritiro prematuro.
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Gli inizi
Marcel "Marco" van Basten è nato il 31 ottobre 1964 a Utrecht e ha iniziato a giocare a calcio all'età di 6 anni, prima con l'EDO, poi con l'UVV e infine con l'USV Elinkwijk, tutti club della regione di Utrecht. Nel 1981, a 16 anni, l'Ajax lo ha ingaggiato per le sue squadre giovanili, in coincidenza con il ritorno di Johan Cruyff al club. Si dice che Cruyff abbia dato molti consigli al giovane Marco, che ha esordito tra i professionisti nel 1982, entrando al posto dell'ex giocatore del Barcellona e segnando il suo primo gol nel 5-0 contro il NEC. All'inizio della stagione 1983-84, Wim Kieft, capocannoniere dell'Ajax, lasciò il club per andare al Pisa in Italia, lasciando un vuoto nell'attacco titolare della squadra olandese, che fu occupato proprio da van Basten.Da quella stagione in poi fu il capocannoniere del campionato olandese per quattro stagioni consecutive e nel 1985-86 vinse la Scarpa d'Oro europea. Nel dicembre 1986 subì un infortunio alla caviglia destra che lo costrinse a un intervento chirurgico, cosa che non gli impedì comunque di segnare 43 gol in 43 partite nella stagione 1986-87. Durante il suo periodo all'Ajax vinse 3 campionati olandesi e 3 Coppe d'Olanda e concluse la sua esperienza con la vittoria della Coppa delle Coppe 1986-87, segnando l'unico gol nella finale contro il Lokomotive Lipsia. Quell'Ajax includeva giocatori come Frank Rijkaard e un giovane Dennis Bergkamp, oltre a Johan Cruyff come allenatore.
Prossima tappa - AC Milan
La forma di van Basten attirò diverse offerte, ma fu il Milan, nell'estate del 1987, a riuscire a completare l'ingaggio, insieme al connazionale Ruud Gullit, arrivato dal PSV Eindhoven. Entrambi sarebbero stati gli unici stranieri nella squadra rossonera, come previsto dalle regole della Serie A dell'epoca. Fino ad allora, il Milan aveva vissuto un decennio molto difficile negli anni '80, con due retrocessioni in Serie B e senza vincere alcun titolo. L'arrivo di Silvio Berlusconi nel 1986 aveva come obiettivo quello di rivoluzionare completamente il club e da lì nacque la scommessa sulla coppia olandese e su un (all'epoca) semi-sconosciuto allenatore di nome Arrigo Sacchi, proveniente dal Parma in Serie B.All'arrivo al Milan, van Basten subì un grave infortunio alla caviglia destra e fu costretto a un nuovo intervento chirurgico, che lo tenne fuori dai campi per i primi sei mesi della stagione 1987-88. Quel Milan contava su nomi importanti come Baresi, Maldini, Costacurta, Tassotti, Ancelotti e Donadoni, oltre allo stesso Gullit, che fu la stella in assenza del suo connazionale. van Basten tornò per il finale di stagione, segnando un gol chiave nella 28ª giornata contro il Napoli di Maradona, diretto concorrente per il titolo. Il club rossonero fu incoronato campione d'Italia dopo nove anni di digiuno.
van Basten fu convocato dalla nazionale olandese per l'Europeo del 1988 in Germania. Il torneo cominciò con una sconfitta per 1-0 contro l'Unione Sovietica, ma una tripletta dell'attaccante del Milan regalò la vittoria per 3-1 contro l'Inghilterra nella seconda partita. Un gol di Kieft permise all'Olanda di battere l'Irlanda e qualificarsi per la semifinale, dove affrontò la Germania padrona di casa. van Basten segnò il gol vittoria all'88° minuto per raggiungere la finale contro l'Unione Sovietica. La partita si giocò all'Olympiastadion di Monaco e il nativo di Utrecht segnò uno dei gol più spettacolari nella storia dell'Europeo, con una volée da posizione impossibile che sancì il definitivo 2-0 e diede il titolo al suo Paese. Quell'anno, van Basten vinse il Pallone d'Oro, completando un podio tutto olandese con i connazionali Gullit e Rijkaard.
Dopo aver riportato il Milan alla gloria nazionale, l'obiettivo della stagione successiva fu l'Europa. La squadra di Sacchi eliminò il Real Madrid con un risultato complessivo di 6-1, inclusa una clamorosa vittoria per 5-0 a San Siro. van Basten segnò sia al Santiago Bernabeu che in Italia. In finale affrontarono la Steaua Bucarest, campione d'Europa nel 1986 e con in rosa giocatori come Gheorghe Hagi. Il Milan disputò una delle migliori finali della storia della Coppa dei Campioni, battendo nettamente i romeni per 4-0 con due gol a testa per Gullit e van Basten.
Nella stagione 1989-90, l'attaccante olandese fu costretto a un altro intervento chirurgico, questa volta al ginocchio, anche se riuscì a tornare in campo relativamente in fretta e vinse persino il suo secondo Pallone d'Oro consecutivo. van Basten segnò 19 gol in 26 partite di Serie A, tuttavia ci furono alcune decisioni arbitrali discutibili che danneggiarono il Milan e gli impedirono di vincere il titolo, anche se riuscirono a sollevare nuovamente il trofeo della Coppa dei Campioni, battendo il Benfica per 1-0 con un gol di Rijkaard, su assist proprio di van Basten.
Il nativo di Utrecht è sempre stato molto vicino a Johan Cruyff, che nel 1990 era allenatore del Barcellona e voleva portare l'attaccante in Catalogna. Il rapporto tra van Basten e Sacchi non era buono, ma i risultati positivi compensavano i problemi. Questa relazione portò l'attaccante a prendere in considerazione un trasferimento al Barcellona, cosa che Silvio Berlusconi cercò di evitare, dato che l'olandese era il suo giocatore preferito nella squadra. In quella stagione (1990-91), il Milan fu eliminato nei quarti di finale della Coppa dei Campioni dopo che due fari si spensero nella partita di ritorno contro il Marsiglia, episodio che spinse Adriano Galliani, direttore sportivo del Milan, a chiedere alla squadra di non tornare in campo per proseguire il match. Questo portò all'eliminazione del Milan e alla sua successiva esclusione dalle competizioni europee per un anno.
Alla fine di quella stagione emerse che c'era stato uno scontro tra van Basten e Sacchi, che spinse l'olandese a rivolgersi a Berlusconi dicendo, secondo la sua autobiografia: "o lui (Sacchi), o me". A seguito di questa situazione, Berlusconi rimosse Sacchi dall'incarico di allenatore e lo sostituì con Fabio Capello per la stagione successiva.
Non potendo partecipare alle competizioni europee, la squadra rossonera poté concentrarsi esclusivamente sulla Serie A, dove offrì una prestazione impressionante e concluse il campionato da imbattuta, con 74 gol fatti (25 firmati da van Basten) e solo 21 subiti. van Basten avrebbe poi vinto il Pallone d'Oro nel 1992, entrando in un gruppo ristretto di giocatori ad averlo vinto tre volte, insieme a Michel Platini e Johan Cruyff.
L'inizio della fine
Poco dopo aver ricevuto il terzo riconoscimento, nel dicembre 1992, decise di sottoporsi a un'operazione alla caviglia, contro il parere dello staff medico del Milan. Seguì il consiglio di un medico di fiducia che lo aveva già operato nel 1986 e che gli garantì un recupero breve. Tuttavia, due mesi dopo l'intervento, van Basten provava ancora dolore alla caviglia, cosa che non gli era mai successa prima, e la zona risultava arrossata e gonfia. Il Milan si qualificò per la finale di Champions League del 1993 e van Basten fece tutto il possibile per tornare in tempo per poterla giocare. Il suo rientro avvenne il 25 aprile 1993 (un mese e un giorno prima della finale) contro l'Udinese.Quella stagione il Milan avrebbe vinto la Serie A e van Basten disputò un paio di partite intere contro l'Ancona e la Roma, riuscendo anche a segnare un gol, nonostante il dolore persistente alla caviglia. L'attaccante cercò un altro parere medico, da parte di un dottore belga che gli consigliò di operarsi dopo la finale di Champions. Per poter scendere in campo nella finale, dovette ricevere un'iniezione per sopportare il dolore alla caviglia. Quella sera partì titolare nella finale, disputata all'Olympiastadion, lo stesso stadio dove aveva raggiunto forse il suo più grande trionfo, l'Europeo del 1988. In questo caso, però, il risultato non sorrise al Milan, che perse 1-0 contro il Marsiglia. All'86° minuto, l'attaccante olandese, che aveva 28 anni, fu sostituito dopo aver subito un duro contrasto e, senza saperlo, quella fu l'ultima volta che fu visto su un campo da gioco come calciatore professionista.
Dopo la finale si sottopose a un'operazione, ma le sue condizioni non migliorarono e fu costretto a saltare tutta la stagione 1993-94, guardando i compagni conquistare nuovamente il titolo europeo dalla tribuna. van Basten provò di tutto, compreso un metodo piuttosto drastico che prevedeva l'inserimento di viti nella caviglia, il quale però finì solo per peggiorare la situazione. Quando le viti furono rimosse, l'olandese riusciva a malapena a poggiare il piede per scendere dal letto, e questo lo portò a prendere la decisione di ritirarsi dal calcio nell'estate del 1995, a soli 30 anni.
Nel capitolo "Il cigno morente" della sua autobiografia, van Basten scrisse del giorno del suo addio:
"...il dolore alla caviglia è stato con me per anni, ma oggi è sparito. In realtà, tutto il dolore è sparito. Intontito, insensibile, sconfitto, non so come definirlo. Irreale. È come se non fossi davvero lì. Ma cammino. E applaudo. E tutti continuano a cantare, a gridare, ad applaudire. Brividi. Questo stadio. Il mio stadio. All'improvviso lo sento. Cristallino. Mi colpisce. Sotto lo sguardo degli ottantamila. Sono testimone del mio stesso addio".